Io ultimamente ho l’impressione che stiamo vivendo un periodaccio. Mi riferisco, guarda caso, alla situazione politica e sociale che si è configurata in questi ultimi tempi; al di là dei guai vari del nostro parlamento, mi sembra proprio di rilevare nei commenti di molte persone, nelle conversazioni che si scambiano nei luoghi di ritrovo (famiglia, università, Internet…) un sentimento diffuso di rigetto, di rifiuto, di pessimismo, di disillusione nei confronti degli uomini che abbiamo eletto a governarci. Discorsi come “fanno tutti schifo”, oppure “mandiamoli tutti a casa”, che culminano in dichiarazioni quali “io d’ora in poi non voto più”. Parole che generalizzano, che estremizzano, come se veramente non potesse esistere nemmeno un uomo che ha deciso di fare politica per una finalità diversa dall’accentramento di potere e denaro, sulle sue mani e su quelle dei suoi soci. E poi, tutti a gridare, lungo l’onda di chi grida per primo, trascinatori di folle da una parte e dall’altra che fanno leva su slogan facili e immediati per catturare l’attenzione; un modo di fare, questo, che non mi trova certo d’accordo, perché prima di urlare uno slogan una persona dovrebbe perlomeno fermarsi a valutare se, dietro la “parolona”, vi sia un insieme di idee forti e soprattutto ben argomentate. Non sto affermando niente di nuovo, soltanto che ritengo più saggio riflettere prima di aprir bocca. Ciò detto, tendo comunque a preferire chi tiene la voce più bassa e si apre al confronto; d’altra parte, chi evita di mettere in discussione le proprie posizioni è quasi per definizione antidemocratico, e non si tratta certo di un comportamento da me stimabile.
In questo panorama per niente confortante, peraltro, devo ahimè riconoscere che l’attuale classe politica non fa praticamente nulla per cercare di migliorare la propria immagine, e frenare l’ondata di disistima che la sta travolgendo. Questo secondo me è grave, perché a mio avviso un paese ha davvero bisogno di credere nelle proprie istituzioni, altrimenti il mio timore è che si aprano le porte a mentalità eversive o a qualche altro “uomo della provvidenza”, e tali possibilità personalmente mi terrorizzano.
Non so, io più che arrabbiato sono triste e un po’ (molto) preoccupato per come si stanno mettendo le cose qui. Spero in bene.