Alieno

La scena è circa la stessa, ogni volta. Una persona che mi fa una domanda innocua tipo “sei all’università? Cosa studi?”. Io studio matematica, oramai sono anche al terz’anno. A tale risposta, quasi sempre mi trovo davanti una faccia che mi osserva con un misto di stupore, ammirazione e una sorta di timorosa riverenza. Le parole che seguono, poi, sono quasi sempre le stesse: “ah, matematica! Ma ci vuole proprio una testa…” oppure “è proprio una cosa difficile, non sarete in molti…”. Sì, in effetti non siamo in molti, in corso.

Però io comincio a stancarmi di venir additato come un alieno, solo a causa degli studi che faccio. All’inizio poteva forse essere motivo di orgoglio, l’orgoglio dell’elitismo, il sentirsi chissà chi perché si fa una cosa che tutti ritengono strana e difficile. Beh, insomma, forse tempo fa potevo anche sentirmi così, ma adesso sinceramente penso che siano tutte idiozie. Io non credo proprio che vi sia una disciplina umana più facile o più difficile di altre. Ve ne sono talmente tante, e talmente diverse e a loro modo “facili” o “difficili”, che confrontarle fra di loro mi sembra un’operazione insulsa, e denotante poca onestà intellettuale. Perché poi, certo, è facile dire che tutto il resto è facile quando si conoscono le sole difficoltà della propria disciplina. Quando magari, ad approcciarsi a qualcosa di quel “resto”, ci si scoprirebbe disarmati, persi. Io, che ho al più la possibilità di conoscere in maniera approfondita solo poche, pochissime discipline (o addirittura solo piccoli pezzi di queste), non voglio fare l’errore di dare giudizi di valore su cose che non conosco a sufficienza. La matematica è vista come qualcosa di difficilissimo, del tutto fuori dal mondo, accessibile solo a pochi; nonostante questo io voglio pensare che si tratti solo di una disciplina umana come tutte le altre, con il suo bagaglio di difficoltà come tutte le altre, studiata da persone che si sentono semplicemente portate e appassionate, non certo “diverse” e circondate per forza da una qualche strana aura.

Dedica

Questa sera ho capito molte cose. È strano, poi. Strano proprio come la musica che sto ascoltando in ripetizione, quel simpatico brano strumentale che accompagna i titoli di testa di Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini. Strano, quello, perché così diverso dal film che ne segue, in fondo.

Agli amici non si nasconde nulla. No, invece, non è vero. Agli amici si nasconde qualcosa, anche cose importanti. Però, forse, non è possibile nascondere queste cose troppo a lungo, perché poi ciò che non viene detto a parole traspare dai gesti, dagli atteggiamenti.

Ci sono tante, troppe altre cose. Ora come ora, permettimi semplicemente di chiederti scusa, se per l’ennesima volta mi sono lasciato trascinare da questa scrittura così eterea e vaga, che di me non sopporti più. Ogni mese che passa, mi sembra di capire qualcosa di più su cosa significhi essere un buon amico. Se ripenso a com’ero due anni fa, quasi inorridisco. Quasi non riesco a credere che fossi stata proprio tu, tu, ad esserti affezionata a me per prima! A me, che non facevo altro che lamentarmi e cercare di stimolare compassione e attenzione negli altri con i miei stessi lamenti. A me, che mi sentivo chissà chi solo perché scrivevo lunghi sproloqui che mi sembravano filosofia. Chissà, forse è stato proprio perché mi sono sentito così ascoltato e benvoluto, che mi sono affezionato a mia volta. È passato del tempo, oramai, e credo di essere cambiato un po’, credo anche di essere migliorato, sì.

Però… però è strano, sai? A me sembra che tu sappia sempre insegnarmi qualcosa. Farmi capire cose della mia vita che non avevo capito. Mi sembra che tu sia sempre un passo in avanti, ecco. In ogni caso, quello che davvero importa non sta in questi lunghi discorsi. Quello che davvero conta sta in una riga sola, che forse poteva esaurire l’intero articolo. Sì, forse potrei fare come mi suggerisci tu, essere immediato e concreto, cancellare tutto e lasciare solo questa frase: io voglio solo essere tuo amico, come tu altrettanto sei mia amica. Voglio, e devo. Questo significa tanto. Significa praticamente tutto.